
Ne parliamo con la prof.ssa Guglielmina Diolaiuti del Dip. Di Scienze e Politiche Ambientali (DESP) dell’Università degli Studi di Milano.
- Può raccontare il lavoro del vostro Dipartimento?
R.. Il Dipartimento di Scienze e Politiche Ambientali è nato nel 2017 per rispondere all’esigenza di studiare l’ambiente e le sue componenti naturali e antropiche con un approccio scientifico moderno, che abbina alle tradizionali discipline naturalistiche le competenze di economisti e di esperti in campo socioeconomico. In Italia è una grande novità ma all’estero è ormai consolidato questo abbinamento che permette di formare giovani laureati con competenze utili a risolvere e gestire problemi ambientali complessi.
Io sono Professore di Geografia Fisica e Geomorfologia e mi occupo del paesaggio fisico di alta montagna e delle sue trasformazioni soprattutto conseguenti ai cambiamenti climatici in atto. La mia ricerca, in particolare, è focalizzata sui “Giganti Bianchi” delle nostre montagne, i ghiacciai! Il mio gruppo studia le variazioni di massa e superficie dei ghiacciai delle Alpi e del Karakorum, per questo utilizziamo diverse tecniche che vanno dal telerilevamento con satelliti e droni alle indagini di campo che prevedono l’acquisizione di misure alla superficie dei ghiacciai e l’installazione di strumentazione su ghiacciai.
- Per quale tipo di monitoraggio utilizzate la strumentazione LSI Lastem?
- Nel 2005 abbiamo installato la prima stazione meteorologica automatica sulla superficie di un ghiacciaio italiano, il ghiacciaio dei Forni nel Parco Nazionale dello Stelvio.
La stazione è stata acquistata da LSI Lastem ed è equipaggiata con sensori per rilevare i 7 parametri meteo come richiesto dal WMO. La stazione è tutt’oggi funzionante e ci ha permesso di descrivere da quindici anni le condizioni meteo superficiali su un grande ghiacciaio alpino. Abbiamo misurato il vento catabatico che spira anche a 140 km/h e spazza il ghiacciaio in modo non molto diverso da quello che accade in Antartide! Abbiamo misurato le componenti radiative ad onda corta e lunga e calcolato i flussi turbolenti che insieme alla radiazione netta determinano la fusione glaciale.
I dati raccolti ci hanno permesso di stimare la fusione del ghiaccio a risoluzione oraria a 2750 m di quota. Purtroppo, il risultato è che il ghiacciaio perde anche 8 cm di spessore al giorno e fino a 6 m di spessore all’anno!!!
Il radiometro netto ci permette anche di quantificare l’albedo o riflettività della superficie glaciale. Questa è risultata in lento ma continua diminuzione. Vuol dire che il ghiacciaio è sempre meno bianco e sempre più grigio nel tempo a causa di polveri e black carbon! Questo è un problema globale, non riguarda solo il Ghiacciaio dei Forni, si chiama darkening e fa sì che i ghiacciai del mondo sempre meno bianchi fondano sempre più rapidamente.
- Da quanto tempo usate i nostri strumenti? Quali sono le caratteristiche più importanti che uno strumento deve avere per le vostre ricerche?
- Come detto noi utilizziamo la strumentazione Lsi Lastem da 15 anni sul ghiacciaio dei Forni e da 11 anni nel Parco dello Stelvio per la misura dell’altezza dell’acqua (che convertiamo in portata) di 11 torrenti del Parco a prevalente alimentazione nivoglaciale. Queste misure idrometriche sono importantissime per il Parco, infatti permettono di conoscere quanta acqua scorre nei torrenti e la sua variabilità stagionale e inter-annuale. La strumentazione per queste misure deve essere robusta, acquisire per lunghi periodi senza un controllo umano in condizioni ambientali estreme, in aree remote e fredde. Abbiamo quindi bisogno di strumenti capaci di sopportare queste condizioni avverse! Non è facile trovarne sul mercato!